Un uomo ha sacrificato la propria sicurezza per estrarre una ragazza da un’auto ribaltata, senza nemmeno sospettare chi fosse realmente

Una fredda serata, una strada bagnata, campi silenziosi. Lucas si è fermato quando ha visto l’auto ribaltata, ha capito che c’era qualcuno vivo all’interno e si è precipitato tra le fiamme e il fumo. Ha letteralmente salvato la ragazza dalla morte, coprendola con il proprio corpo quando l’auto è esplosa e subendo ustioni, ma senza lasciarla andare.

Lei giaceva tra le sue braccia, ancora debole, quando aprì gli occhi.

«Tu… mi hai salvata?
Ero semplicemente lì vicino», rispose lui con naturalezza.

L’ambulanza stava già arrivando, i fari squarciavano la nebbia. I medici accorsero, coprendo la ragazza e controllando Lucas. Sembrava che fosse tutto finito.

Ma ecco cosa accadde dopo. Quando la ragazza era già stata sollevata sulla barella, uno dei soccorritori guardò i suoi documenti e improvvisamente si voltò di scatto:

«Aspettate… è quella ragazza?»
«Quale?» Lucas aggrottò la fronte, perplesso.

Il soccorritore rimase immobile, guardando ora il passaporto, ora la ragazza.

«Maria Duarte. Quella che è scomparsa tre giorni fa. La figlia di quell’uomo d’affari… per lei è stato chiesto un riscatto ingente».

Lucas rimase come paralizzato.

«Io… io non sapevo nulla», sussurrò Maria. «Pensavo fosse solo un incidente…».

I soccorritori si scambiarono uno sguardo.

«Ma l’auto non è stata trovata dove sono stati visti per l’ultima volta i rapitori…», mormorò uno di loro.

Lucas guardò ancora una volta l’auto esplosa e finalmente notò che nel fossato giaceva un pezzo di corda di nylon spessa e, poco lontano, un sacco lacero con tracce di catene sporche.

Non era stato un incidente. E nemmeno una coincidenza. Qualcuno stava trasportando la ragazza, quando un’altra auto l’aveva fatta finire nel fossato per ucciderla.

Lucas le strinse involontariamente la mano.

«Chiunque sia stato… tornerà a riprendersi ciò che ha perso», disse sottovoce.

Maria impallidì.

I medici la portarono in ambulanza e uno dei soccorritori toccò bruscamente Lucas sulla spalla:

«È meglio che venga anche tu, non per le ustioni. Ora sei l’unico testimone».

E in quel momento Lucas provò una strana sensazione: come se qualcuno fosse in piedi nell’oscurità, ai margini del campo, e lo osservasse. Troppo immobile. Troppo attento. Si voltò, ma non vide nessuno.

Solo nebbia, silenzio… e il debole bagliore dei fari di altre auto, che si spensero all’istante.

 

dreamy-smile.com