La presa elettrica si è accesa nel cuore della notte, mentre tutti dormivano, e solo un rumore ha salvato la famiglia dal pericolo

La notte era tranquilla e calda. Tutti dormivano in casa: i genitori, i bambini, persino il gatto, rannicchiato vicino al termosifone. Solo nel corridoio brillava una piccola luce notturna e da qualche parte dietro la parete ticchettava silenziosamente l’orologio. Nulla faceva presagire un pericolo.

Ma verso le tre del mattino la mamma si svegliò per uno strano rumore, simile a un leggero crepitio. Non forte, ma secco, come se qualcuno stesse spezzando lentamente un ramo secco. All’inizio pensò che fosse la pioggia fuori dalla finestra, poi che fosse il gatto che graffiava il muro. Ma il rumore si ripeté.

Si alzò, indossò la vestaglia e uscì nel corridoio. Silenzio. Solo quel rumore appena percettibile, da qualche parte vicino al pavimento. E all’improvviso, un odore. Appena percettibile, ma familiare. Plastica. Bruciata. Si voltò e vide: vicino alla presa elettrica, una minuscola scintilla. Poi una seconda.
Poi, per un secondo, un bagliore arancione. Corse, staccò la spina, quella del vecchio riscaldatore che tenevano sempre acceso “di notte, per non congelarsi” . Dalla presa uscì del fumo. Un secondo dopo, la fiamma si alzò, formando una sottile striscia lungo la carta da parati.

«Alzati!» gridò lei, mettendosi a urlare.
Il marito balzò in piedi, i bambini si svegliarono. Lui si precipitò con un asciugamano bagnato, spense le fiamme, mentre lei correva con un secchio d’acqua. Il gatto si agitava sul pavimento, il rumore di tazze che cadevano, le urla: tutto si mescolava. In un minuto tutto finì. Il muro era annerito, la carta da parati bruciata, la presa di corrente fusa. Ma la casa era intatta.

Quando arrivarono i pompieri, ispezionarono il luogo e scossero la testa:
«Siete stati fortunati. Ancora dieci minuti e sarebbe andato tutto a fuoco. La causa è stata una presa elettrica vecchia e una rete sovraccarica».

Quella notte la famiglia non riuscì a dormire a lungo. Rimasero seduti in cucina, bevendo tè e in silenzio. La mamma disse solo sottovoce:
«Non so cosa mi abbia svegliata…».

Da allora, nella loro casa non lasciano mai nulla acceso durante la notte. E sulla parete, vicino alla nuova presa elettrica, c’è un piccolo cartello fatto dalla figlia:

«La vigilanza è anche amore».

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