Quando hanno portato il cane di nome Baxter alla clinica, la veterinaria Elena non immaginava nemmeno che quella normale visita sarebbe finita con un vero e proprio salvataggio. Una giovane famiglia — Andrej, sua moglie Marina e la loro figlia di otto anni Katja — era venuta per una visita perché il cane aveva iniziato a guaire in modo inquieto e a girarsi spesso sulla schiena.
«Forse qualcuno lo ha morso», ipotizzò Andrej mentre Elena gli scostava delicatamente il folto pelo.
«È possibile», annuì lei. «Ora vediamo…».
A quel punto la veterinaria aggrottò la fronte. Sulla pelle sotto la scapola c’era una strana macchia: irregolare, rossastra, come una bruciatura. Non era un morso, né un’infiammazione, né un’infezione, ma proprio una bruciatura, recente, ma inodore.
«L’ha trattato con qualcosa?», chiese Elena.
«No», rispose Marina. «Solo con lo shampoo. E la macchia è comparsa ieri».
Elena passò un dito sulla pelle: era leggermente calda, come se sotto ci fosse qualcosa che covava.
«Sai», disse cautamente, «sembra che si tratti di un effetto termico. Qualcosa di caldo, forse metallo, un filo, un elemento riscaldante…».
Andrej alzò le sopracciglia con aria sorpresa:
«Ma a casa nostra non c’è niente del genere. Abbiamo solo acceso il riscaldamento in cantina, a Baxter piace dormire lì…».
Elena lo guardò con aria severa:
«Il riscaldatore è vecchio?
«Sì, l’ho portato dalla dacia, avrà una decina d’anni.
Lei aggrottò la fronte.
«Ascolti», disse. «Controlli immediatamente la cantina. Se c’è qualcosa che si sta riscaldando o che puzza di bruciato, spenga tutto. Subito.
Andrej, sentendo che la veterinaria non parlava a vanvera, prese il telefono e chiamò il vicino che aveva la chiave di casa. Cinque minuti dopo il vicino richiamò con voce terrorizzata:
«Andrej, c’è del fumo nel tuo seminterrato! Sembra che i cavi si stiano sciogliendo!

Ha lasciato cadere il telefono e, senza aspettare la fine della visita, è corso a casa insieme a Marina. Quando sono arrivati, dal seminterrato usciva già del fumo. Sono riusciti solo ad aprire la porta e a spegnere il fuoco con l’estintore: le fiamme hanno iniziato a salire lungo la parete.
I vigili del fuoco dissero poi che altri 15 minuti e l’intera casa avrebbe preso fuoco. La causa: un vecchio riscaldatore, un corto circuito, un cavo surriscaldato. Baxter, a quanto pare, era sdraiato lì vicino e una scintilla gli bruciò il pelo e la pelle.
È stato il primo a sentire il calore, è scappato, ha iniziato a guaire e al mattino ha condotto i padroni alla porta, ma loro non hanno capito cosa fosse successo.
Elena ha saputo tutto la sera: Marina è arrivata in clinica in lacrime con una torta.
«Ci avete salvato», ha detto. «Se non fosse stato per voi e per questo batuffolo, non ci saremmo più.
E Baxter era seduto lì accanto, fiero, come se capisse di essere ormai un vero eroe. Sulla sua schiena era rimasta una piccola cicatrice a forma di cuore. Ed Elena sorrise:
«Sembra che ora abbiate un amuleto vivente.
