Durante una cena in famiglia, la suocera non ha fatto sedere la nuora al tavolo comune, senza immaginare quali sarebbero state le conseguenze

La casa era pervasa dal profumo della carne arrosto e dei dolci appena sfornati. Tutti i membri della famiglia erano riuniti attorno al grande tavolo di quercia: genitori, figli, parenti, brindisi, risate. Era il compleanno della suocera, una donna severa, orgogliosa e, come spesso sembrava alla nuora, fredda.

Anna entrò in cucina con un vassoio di insalate. Aveva lo stomaco chiuso: era la sua prima grande cena in famiglia dopo il matrimonio. Aveva fatto del suo meglio: acconciatura, vestito, servizio accurato. Voleva solo essere accettata.

«Oh, sei arrivata», disse freddamente la suocera, senza nemmeno alzare lo sguardo. «Mettilo lì, sul mobile».
Anna posò obbediente i piatti. Sul tavolo era già quasi tutto pronto.
«Mamma, forse Anna può sedersi con noi?», propose cautamente il marito.
«No, no, prima che si occupi dei più piccoli in cucina», rispose lei, versandosi del vino. «Gli adulti a tavola, i bambini e i giovani dopo».

Il silenzio attraversò la stanza come un vento freddo.
Anna sentì le guance diventare calde. Tutti distolsero lo sguardo: qualcuno tossì imbarazzato, altri fissarono il proprio piatto.

«Certo», disse lei, «come volete».

Si sedette su uno sgabello in cucina, tra pentole e odori di piatti ormai freddi. Attraverso la porta socchiusa sentiva i brindisi, il tintinnio dei bicchieri, le risate.
Ogni parola le lacerava il cuore.

Mezz’ora dopo, una bambina, la nipotina più piccola della suocera, entrò in cucina.
«Anya, perché te ne stai seduta qui? C’è una torta buonissima!
Anna sorrise:
«Non mi hanno chiamata, tesoro».
«Perché?»
«Non lo so…».

La bambina aggrottò la fronte e tornò di corsa. Un minuto dopo, nella sala da pranzo calò il silenzio.
All’improvviso, una voce infantile disse ad alta voce:
«Nonna, perché Anna mangia in cucina, se ora fa parte della nostra famiglia?».

Tutti si voltarono. La suocera rimase immobile, con il bicchiere in mano. Il marito si alzò da tavola, si avvicinò alla porta e tese la mano alla moglie:
«Andiamo, tesoro. Qui c’è posto per tutti».

Anna entrò senza alzare lo sguardo. Il marito la fece sedere accanto a sé, le versò dell’acqua e disse sottovoce:
«La casa non è un luogo, è fatta di persone».

La suocera rimase in silenzio a lungo. Poi posò la forchetta e sospirò:
«Probabilmente hai ragione, figliolo».

E solo allora, per la prima volta quella sera, nella stanza si respirò un’atmosfera davvero calorosa.

dreamy-smile.com