Quando abbiamo portato a casa la nostra figlia appena nata, sembrava che tutto fosse finalmente al posto giusto. La luce calda della lampada da notte, le morbide copertine, i minuscoli calzini sulla mensola: tutto sembrava tranquillo e sicuro.
E poi c’era lei, la nostra gatta Luna. Bianca come la neve, tranquilla, affettuosa, l’avevamo presa due anni prima della nascita della bambina e durante tutta la gravidanza era come se sapesse che presto sarebbe successo qualcosa di importante.
All’inizio tutto era perfetto: Luna osservava tranquillamente la bambina dal suo posto sul davanzale della finestra.
Ma dopo un paio di settimane è cambiata.
Ogni notte, esattamente alle 2:47, Luna si avvicinava alla culla e iniziava a camminare nervosamente intorno ad essa.
A volte miagolava piano, altre volte, al contrario, guardava fisso, senza battere ciglio, direttamente nell’oscurità della stanza.
All’inizio pensavamo che fosse solo gelosia.
Poi che la gatta volesse semplicemente attenzione.
Ma il suo comportamento diventava sempre più ossessivo.
Stava seduta vicino alla culla quasi tutto il giorno.
A volte si sdraiava sul tappeto accanto e non distoglieva lo sguardo da un punto nell’angolo della stanza.
A volte sussultava, come se sentisse qualcosa che noi non sentivamo.

Una notte mi sono svegliata perché Luna graffiava la porta della camera dei bambini. Non miagolava semplicemente, ma chiedeva letteralmente di essere fatta entrare.
Quando ho aperto la porta, è corsa subito verso la culla e ha iniziato a girarci intorno in modo ansioso.
La bambina respirava regolarmente, ma c’era qualcosa che non andava.
Ho ascoltato attentamente.
E all’improvviso ho capito: l’aria nella stanza non aveva il solito odore. C’era un odore appena percettibile, dolciastro e chimico. Ma era molto debole, quasi impercettibile.
Abbiamo chiamato mio marito. Anche lui l’ha sentito. Poi ha spento il riscaldamento e ha aperto le finestre.
La mattina dopo abbiamo chiamato un tecnico del gas.
È venuto fuori che nella parete vicino alla cameretta c’era un vecchio tubo di cui non conoscevamo nemmeno l’esistenza.
C’era una microfessura da cui fuoriusciva lentamente, in modo quasi impercettibile, del gas.
Non quello puzzolente, no. Quello che è quasi impossibile percepire.
Silenzioso, invisibile.
Pericoloso.
Il tecnico ha detto che se non avessimo arieggiato la stanza, in pochi giorni la concentrazione sarebbe diventata critica.
Me ne stavo in piedi in mezzo alla stanza, tremando e guardando la Luna.
E la Luna se ne stava semplicemente seduta vicino al lettino.
Silenziosa.
Tranquilla.
Come se sapesse che tutto era sotto controllo.
Non potremo mai sapere:
se sentisse l’odore,
o se semplicemente percepisse il pericolo.
Ma da quella notte so con certezza una cosa:
a volte il difensore più importante in casa non è quello che sa parlare.
Ma quello che sente con il cuore.
E ora, ogni sera, quando mettiamo a letto la bambina, Luna si sdraia accanto alla sua culla
e non la cacciamo più via.
