Era una giornata estiva, calda e senza nuvole. Il fiume brillava sotto il sole, i bambini sguazzavano sulla riva, ridevano e costruivano zattere con i rami.
Nessuno notò una donna che attraversava lentamente il ponte con una borsa, dalla quale improvvisamente si udì un flebile “miao”.
Il sacchetto oscillò, urtò la ringhiera e cadde in acqua.
La donna gridò, ma non fece nulla, rimase semplicemente lì, confusa.
Ma il ragazzo che stava lì vicino non ci pensò due volte.
“C’è un gattino!”, gridò e si precipitò verso il fiume.
Si tolse le scarpe da ginnastica, la maglietta e si tuffò direttamente dalla riva. L’acqua era più fredda del previsto e la corrente più forte. Il sacchetto stava già andando alla deriva e qualcuno si muoveva al suo interno.
Il ragazzo remò con tutte le sue forze, il cuore gli batteva forte, le orecchie gli fischiavano.
«Resisti… ci sono!», sussurrò, come se il gattino potesse sentirlo.
Raggiunse il sacchetto, lo strappò con le mani e vide un piccolo batuffolo di pelo bagnato che stringeva il bordo del sacchetto con le zampe.
Il gattino respirava a malapena.
Il ragazzo lo strinse al petto e cercò di tornare indietro, ma la corrente lo trascinava giù. Si annegò, inalò acqua e tutto gli nuotò davanti agli occhi.
Sulla riva qualcuno gridava. Uno degli adulti si tuffò per seguirlo, un altro corse verso il ponte.
Quando l’uomo e il ragazzo furono tirati fuori dall’acqua, lui era svenuto.
Accanto a lui c’era il gattino tremante, tutto sporco di fango e schiuma, ma vivo.
L’uomo che aveva salvato il ragazzo gli praticò la respirazione artificiale. I minuti sembravano non finire mai.
E all’improvviso il ragazzo tossì, riprese a respirare e aprì gli occhi.
«Il gattino… dov’è?» chiese con voce roca.
«È con te. È vivo», rispose l’uomo sorridendo.
Più tardi i medici dissero che ancora un po’ e il cuore non avrebbe resistito.
Il gattino fu accolto dalla donna che era sul ponte: con le lacrime agli occhi promise:
«Non me lo perdonerò mai, ma lui vivrà, te lo prometto».
Il ragazzo chiamò il gattino Reka.
Ora, ogni volta che guardava quella piccola creatura, ricordava come una vita ne avesse salvata un’altra.
A volte gli eroi non indossano mantelli. Si limitano a tuffarsi in acqua quando nessun altro osa farlo.

