Un adolescente ha aiutato un anziano caduto per terra, senza sapere che una settimana dopo questi sarebbe tornato con una valigia!

Era una normale serata grigia. Vento freddo, pioggerellina, le vetrine dei negozi riflettevano le insegne al neon. L’adolescente era in piedi al passaggio pedonale, ascoltava musica, pensando ai suoi pensieri: alla scuola, alle lezioni noiose, ai sogni che sembravano lontani.
E all’improvviso, un sordo rumore di caduta.

Sul marciapiede, non lontano dalla fermata, era caduto un uomo anziano. La borsa gli era scivolata dalle mani, i prodotti alimentari si erano sparsi sull’asfalto. La gente passava oltre: qualcuno lanciava uno sguardo veloce, altri distoglievano lo sguardo. Solo il ragazzo si tolse le cuffie, si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi.

«Attento… tutto bene?
Ah, figliolo… sono scivolato», l’anziano respirava affannosamente, «niente, ora…

Il ragazzo lo aiutò a raccogliere la spesa, lo fece sedere su una panchina e tirò fuori una bottiglia d’acqua dal suo zaino. L’anziano sorrise:
«Grazie, ragazzo. Oggi non capita spesso di incontrare qualcuno che si fermi semplicemente ad aiutare.

Voleva andarsene, ma il ragazzo insistette affinché aspettasse l’autobus. Il vecchio annuì con gratitudine e disse sottovoce:
«Sai, il bene torna sempre. Sempre. Solo che non subito».

Il ragazzo non ci diede peso. Aveva aiutato e poi dimenticato. Una giornata normale, un gesto normale.

Passò una settimana.
Il freddo si fece più intenso, iniziò a nevicare. Il ragazzo stava tornando da scuola quando vide una figura familiare all’ingresso del palazzo. Era lo stesso anziano, appoggiato al bastone, con una piccola valigia in mano.

«Ciao», disse sorridendo. «Ti stavo aspettando».

Il ragazzo era confuso:
«Lei… sta bene? Perché è venuto?».

«Volevo ripagare il debito», rispose tranquillamente il vecchio. «Ma non con i soldi».

Gli porse la valigia. Era pesante, vecchia, con gli angoli di metallo.
«Prendila. È per te».

«Ma non posso…», iniziò il ragazzo, ma il vecchio lo interruppe:
«Puoi farlo. Dentro c’è qualcosa che ti tornerà utile quando sarai grande».

E, senza dargli il tempo di spiegare nulla, si voltò e se ne andò, camminando con cautela sulla neve.

Il ragazzo rimase lì, senza sapere cosa fare. Poi portò la valigia a casa e la mise sul tavolo.
Dentro c’erano dei vecchi libri, una mappa dell’Europa, una giacca militare piegata con cura e una lettera.

Sul foglio ingiallito c’era scritto:

«Una volta qualcuno mi ha aiutato proprio come tu hai aiutato me. Allora ero sicuro che al mondo non ci fosse più bontà. Ma c’è, se almeno una persona non passa oltre. Questa valigia apparteneva a mio figlio. Che ora serva a te”.

Il ragazzo sedeva, leggeva e non ci credeva. In fondo alla valigia c’era una piccola scatola con dentro un orologio che si era fermato proprio il giorno in cui il ragazzo aveva aiutato il vecchio.

Non ha mai saputo chi fosse quell’uomo, da dove venisse e dove fosse poi scomparso. Ma da allora ha capito una cosa: ogni azione è una catena che ritorna. A volte dopo una settimana, a volte dopo una vita.

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