Era una calda e soleggiata giornata estiva. Lo zoo era pieno di famiglie, voci di bambini e profumo di gelato. Una bambina con le treccine, un vestito rosa e un cappellino correva davanti ai suoi genitori, ridendo:
«Papà, mamma! Ci sono le lontre! Guardate, stanno giocando!».
Nel recinto con l’acqua, circondato da vetri, c’erano davvero due lontre che sguazzavano, veloci e agili come piccole ombre nei riflessi del sole. Una di loro improvvisamente nuotò fino al vetro e guardò dritto negli occhi la bambina. La bambina rise e premette la mano contro il vetro. E anche la lontra mise la zampa di fronte.
Era una scena così commovente che i passanti si fermavano e sorridevano. La bambina accarezzava il vetro, come se sentisse il calore dell’animale.
“Mi vuole bene!”, esclamò felice. “Guarda, mi sta salutando!”.
L’otaria nuotava davvero avanti e indietro, si immergeva, poi tornava di nuovo, solo da quella bambina.
Giocarono così per quasi dieci minuti. La bambina rideva, gridava di gioia, mentre i genitori riprendevano il video. Sembrava solo un momento fugace di felicità, ma… fu l’inizio di qualcosa di straordinario.

Qualche giorno dopo, la famiglia tornò allo zoo. La bambina corse subito verso lo stesso recinto, ma nell’acqua c’era solo una lontra.
“E dov’è l’altra?”, chiese.
L’impiegata dello zoo sospirò:
“Quella che ha giocato con voi si è ammalata… Ieri l’hanno portata in clinica. Speriamo davvero che si riprenda”.
La bambina rimase a lungo davanti al vetro, triste. Poi tirò fuori silenziosamente dal suo zaino la sua pallina di peluche, il suo giocattolo preferito, e chiese:
«Posso lasciargliela? Così non si sentirà sola…».
La dipendente annuì. La bambina lasciò la pallina sul bordo del recinto e disse:
«Che sappia che la sto aspettando».
Passò una settimana. La famiglia tornò. La bambina corse verso l’acqua e non credette ai suoi occhi.
L’otaria era tornata.
Viva, allegra, con lo stesso sguardo brillante. E lì vicino, proprio vicino al vetro, galleggiava quella stessa pallina, spinta delicatamente dall’animale verso la bambina.
Le persone intorno rimasero senza fiato. Qualcuno riprese la scena con una videocamera, qualcuno pianse. La lontra si avvicinò, appoggiò la zampa al vetro e la bambina, ridendo tra le lacrime, appoggiò la sua.
«Sapevo che saresti tornata…», sussurrò.
Da allora sono diventati le piccole star dello zoo.
Ogni giorno la bambina andava alla gabbia e la lontra si avvicinava, come se aspettasse proprio lei. I dipendenti dicevano che l’animale non si avvicinava a nessun altro, solo a lei.
A volte la vita unisce i cuori, anche se uno di essi batte sotto il pelo.
