È successo in un piccolo villaggio polacco, dove sembrava che nulla potesse più sorprendere gli abitanti del luogo. Ma la mattina in cui Helena Wisniewska, 73 anni, è stata portata in ospedale con forti dolori al basso ventre, è iniziata una storia che ora è sulla bocca di tutti.
Helena viveva da sola in una piccola casa alla periferia del villaggio. Suo marito era morto dieci anni prima, la coppia non aveva figli e lei si era rassegnata da tempo alla solitudine. Negli ultimi anni la nonna trascorreva il tempo in giardino e nella vecchia cappella, aiutando i vicini e dando da mangiare ai gatti randagi.
Nessuno avrebbe mai immaginato che in una fredda giornata autunnale sarebbe finita in ospedale in uno stato che i medici inizialmente avevano scambiato per un tumore o un’emorragia interna. Quando l’ambulanza portò Helena all’ospedale più vicino, riusciva a malapena a parlare, ripeteva solo:
“Qualcosa si muove… lo sento muoversi…”.
I medici si scambiarono uno sguardo. La paziente aveva settantatré anni, nessuna possibilità di gravidanza, e i sintomi erano strani.
Decisero di fare un’ecografia urgente e in quel momento calò il silenzio nella sala operatoria. Sullo schermo si muoveva qualcosa che sembrava un feto, con due teste e un corpo comune.
All’inizio le infermiere pensarono che fosse un errore dell’apparecchio, un artefatto, un doppio segnale. Ma poi entrambe le teste si mossero contemporaneamente. Una sbadigliò, l’altra aprì gli occhi.
Il dottor Tomasz Lewandowski, ginecologo capo del reparto, in seguito confessò ai giornalisti: «Ho visto molte cose in 30 anni di pratica, ma una cosa del genere mai. Restammo in completo silenzio. Il cuore del feto batteva perfettamente. Entrambi. Due cuori, due cervelli e un solo organismo.
Era… impossibile». Dopo alcune ore iniziarono le contrazioni. I medici non sapevano come comportarsi: l’età di Helena, la pressione, il rischio di arresto cardiaco. Ma l’anziana signora era tranquilla: teneva la mano dell’infermiera e ripeteva sottovoce una preghiera. Quando il bambino venne alla luce, nella sala calò il silenzio.
Il bambino emise il suo primo vagito, doppio, insolito, come se due voci piangessero all’unisono. Due piccole testoline si girarono in direzioni opposte, gli occhi sbatterono le palpebre e i medici capirono: entrambi i cervelli erano attivi, il respiro era stabile, il cuore batteva regolarmente. “È assolutamente sano”, disse il dottor Levandowski, incredulo.
Entrambe le teste reagivano al suono, si muovevano in sincronia, a volte in modo diverso, ma il polso e la temperatura erano perfetti. I medici decisero di effettuare un esame completo e i risultati sconvolsero tutto il personale: nessuna patologia critica, nessuna anomalia che potesse mettere in pericolo la vita. Helena, sdraiata sul letto, sorrise per la prima volta dopo molti anni.
«Sapevo di non essere sola», disse sottovoce. «È venuto da me per non farmi morire da sola».
I medici non riuscivano a spiegare il fenomeno: secondo tutti i dati medici, la donna non poteva portare avanti una gravidanza, tanto meno una del genere. Né il background ormonale, né l’attività uterina, niente. Ma il fatto era davanti ai loro occhi: un bambino con due teste, che respirava, piangeva e reagiva al tatto.
La notizia si diffuse immediatamente in tutto il paese. Alla clinica cominciarono ad arrivare giornalisti e scienziati da tutta Europa. Alcuni parlavano di un miracolo, altri di una mutazione impossibile. Helena, dal canto suo, chiedeva solo di non disturbare il suo “bambino”. Lo chiamò “Janusz-Michał” in onore del suo defunto marito e del santo arcangelo Michele.
Quando il bambino fu mostrato per la prima volta in un video, migliaia di persone in tutto il mondo non riuscivano a credere ai propri occhi. Entrambe le teste si giravano, sorridevano e sbatterono le palpebre in sincronia. Nella registrazione i medici hanno constatato che entrambi i cervelli funzionano in modo indipendente, ma il corpo è uno solo. Da allora sono passati tre mesi.
Helena e Janusz-Michał sono sotto costante osservazione in una clinica privata a Varsavia. Il bambino si sta sviluppando a una velocità sorprendente, reagisce ai suoni, muove le braccia e ride persino, con due voci contemporaneamente.
Gli scienziati lo definiscono “un fenomeno naturale inspiegabile”, ma la nonna la pensa diversamente: “Lui è il mio dono. Forse Dio mi ha mandato due bambini per farmi finalmente capire cosa sia una famiglia”.

