In una tranquilla cittadina vicino a Salisburgo viveva un anziano signore di nome Henry Vogel. Per oltre quarant’anni aveva lavorato come postino. Viveva in modo modesto, usciva raramente di casa e la sera sedeva al suo vecchio tavolo di legno a smistare e contare le monete.
Di rame, d’argento, consumate e luccicanti: le amava tutte. Sotto il pavimento della sua piccola casa c’erano sacchi pieni di spiccioli. I vicini scherzavano dicendo che Henry voleva probabilmente entrare nel Guinness dei primati o costruirsi un “palazzo delle monete”. Lui sorrideva e diceva:
“Mi piace semplicemente il loro tintinnio. Le monete di piccolo taglio si sommano e diventano qualcosa di più grande”.
Passarono gli anni. Nessuno sapeva quante monete avesse, finché, dopo il suo settantesimo compleanno, la banca locale non lo aiutò a contarle tutte. Il risultato stupì tutti: più di mezzo milione di monete, per un totale di oltre ventimila euro!
Ma ciò che Henry fece dopo stupì l’intera città.
Invece di comprare un’auto, ristrutturare la casa o partire per un viaggio, fece qualcosa di completamente diverso. Henry andò alla scuola locale dove un tempo aveva studiato e chiese al preside quanto sarebbe costato costruire un nuovo parco giochi e una piccola biblioteca per gli studenti.
Il giorno dopo portò lì con un carretto dei sacchi pieni zeppi di monete.
«Queste monete aspettavano il loro momento», disse. «Che ora servano ai bambini».
Nel giro di un mese il cortile della scuola si trasformò: apparvero nuove altalene, scivoli, panchine e un accogliente angolo lettura. Sulla parete fu appesa una targa:
“Dono di Henry Vogel, un uomo che credeva che anche le piccole cose potessero cambiare molto”.
Quando i giornalisti gli chiesero perché lo avesse fatto, rispose:
“Il denaro è solo metallo. Il bene dura più a lungo”.

