Era una giornata calda. L’asfalto si scioglieva, l’aria tremolava sopra la strada e persino le sirene dell’ambulanza sembravano più silenziose del solito. L’equipaggio stava tornando dopo una chiamata: un turno normale, niente di speciale. L’autista ha deciso di fermarsi alla stazione di servizio: il carburante sarebbe bastato per un paio di chilometri.
Mentre lui faceva rifornimento, l’assistente è scesa per sgranchirsi le gambe, ha preso dell’acqua dal frigorifero vicino alla cassa ed è tornata alla macchina. Tutto sembrava normale, finché all’improvviso un uomo è corso fuori da un’auto vicina, agitato, confuso, con in braccio una bambina piccola.
“Aiuto! Non respira!”, ha gridato.
I secondi successivi sono stati ripresi dalle telecamere di sorveglianza. La paramedica ha lasciato cadere la bottiglia, è corsa verso di lui e ha adagiato la bambina sul cofano dell’ambulanza. L’autista ha immediatamente acceso la sirena e chiamato i rinforzi. La bambina era priva di sensi: colpo di calore, arresto respiratorio.
La donna ha iniziato la rianimazione direttamente nel parcheggio. Dopo un minuto si sono uniti altri: qualcuno teneva l’ombrello, qualcun altro portò dell’acqua. Nel video si vede come lei continui a premere ritmicamente, senza fermarsi, nonostante il caldo. 10 secondi. 20. 30. E all’improvviso, un debole respiro.
Il padre cadde in ginocchio, incredulo che lei respirasse di nuovo. Le persone intorno a lui scoppiarono in lacrime. La paramedica, tutta sudata e impolverata, si è semplicemente asciugata la fronte e ha detto sottovoce:
«Ora andrà tutto bene».
Più tardi il video è finito in rete. Nei commenti hanno scritto che questa immagine è un promemoria del fatto che gli eroi non indossano impermeabili. Indossano uniformi e fanno una pausa solo quando qualcuno ricomincia a respirare.


 
            




