È uscita per innaffiare i fiori… e ha visto nell’erba una creatura con DUE TESTE. Ma la verità era ancora più strana

Santa Fe, Argentina: una città dove la sera profuma di gelsomino, i vicini si salutano per nome e il silenzio sembra eterno. Per la 46enne Lujan Erolés, il paradiso non era lontano, ma proprio dietro casa, nel suo piccolo giardino. Lì crescevano menta, basilico, gelsomino che si arrampicava su un arco di legno e la sera frinivano i grilli. Ma un giorno quel giardino le fece quasi dubitare della propria sanità mentale.

Accadde alla fine dell’estate. Era una giornata calda e Luhan, come sempre, uscì ad annaffiare le piante prima di andare a dormire. L’acqua gocciolava dalle foglie, l’aria era densa del profumo della terra umida. Stava per rientrare in casa quando notò qualcosa di scuro tra le foglie di menta, in mezzo all’erba.

“Un ramo?”, pensò.

Ma il “ramo” improvvisamente si mosse.

Luhan si bloccò. La creatura strisciò lentamente sul terreno: era spessa, scura e luccicante al chiaro di luna. E allora vide: due teste. Entrambe si voltarono verso di lei contemporaneamente. Due bocche, quattro occhi, nessun suono, solo uno sguardo freddo.

«Dios mío…» sussurrò. E poi urlò.

Durante la notte si radunò tutto il quartiere.

I vicini accorsero, alcuni con una lanterna, altri con un bastone, altri ancora con il telefono. La creatura si contorceva nell’erba, come se la notte stessa avesse preso vita. Una vicina anziana sussurrò:
«È un segno. Due teste portano sfortuna».

Ma la paura non vinse la curiosità. Lujan, con le mani tremanti, accese la fotocamera del telefono e si avvicinò. Attraverso l’obiettivo si vedeva tutto: le squame, il motivo che si estendeva sul corpo, lo strano luccichio negli occhi, persino troppo intelligente.

E all’improvviso la creatura alzò entrambe le “teste”, aprendo le fauci. Nessuno sentì il sibilo. Invece, una vibrazione percorse il terreno: bassa, sorda, come se la terra stessa avesse parlato.

La folla indietreggiò. E la creatura scomparve nell’oscurità.

Il video è diventato virale. Ma quella notte Luhan non ha dormito.

Ha caricato il video su Internet e al mattino il suo giardino era già conosciuto in tutto il mondo. La gente discuteva:
– mutazione,
– magia nera,
– esperimenti segreti.

Ma Luhan, guardando il video più e più volte, notò una stranezza: una delle teste sembrava dissolversi nell’aria, appena distinguibile.

Un’illusione? O… qualcos’altro?

All’alba prese una pala e tornò nel luogo dove era seduta la strana creatura. Scavò a lungo nella terra, finché la lama non incontrò qualcosa di morbido.

Lo tirò fuori con le mani tremanti.
Era un bruco. Enorme. Spesso come un dito e lungo quasi quanto un palmo. Sulla sua pelle c’erano dei segni sorprendentemente simili a occhi… e due “teste”.

“È solo un insetto?” sussurrò Luhan, ridendo nervosamente.

Ma la risata svanì rapidamente. Perché il bruco… stava recitando una parte. Si contorceva proprio come un serpente nella notte. E la vibrazione del terreno… di nuovo. Leggera. Impercettibile. Ma reale.

Lo mise in un barattolo di vetro.

I vicini venivano a vedere. Gli scienziati scrivevano per posta. Qualcuno disse che era la larva di una falena notturna, la Elephant Hawk-Moth. Ma nessuno, nessuno riuscì a spiegare la vibrazione del terreno.

E poi arrivò la sera.

Il sole stava tramontando quando il bruco improvvisamente iniziò a battere come un cuore. Il corpo si aprì e da lì si dispiegarono le ali. Una farfalla. Ma non come quelle dei libri di testo. Grande, scura, con venature rosse sulle ali.

Si alzò in volo. La terra tremò di nuovo. I fiori si aprirono, come se si fossero svegliati. Le liane si allungarono verso l’alto. Sembrava che il giardino respirasse insieme a quella creatura.

E poi volò via. Scomparve nella notte.

Dopo di che tutto cambiò.

I vicini fecero strani sogni:
foreste in mezzo al deserto,
fiumi nella terra arida,
animali che non esistono più sulla terra.

Anche Luhan fece un sogno. Il suo giardino, ma infinito, vivo, selvaggio. E lì, all’ombra del gelsomino, la creatura a due teste si mosse di nuovo.

Si svegliò nel silenzio. Uscì a piedi nudi in giardino. L’erba le rinfrescava i piedi.
E all’improvviso sentì un leggero tremito sotto terra.

Come se da qualche parte, in profondità, sotto le radici, le ali continuassero a battere…

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