È successo l’estate scorsa. Io e i miei amici Artem, Pasha e Dima siamo andati al lago nel villaggio dove mia nonna ha una casetta. È un posto tranquillo, vicino al bosco e all’acqua pulita. Volevamo semplicemente pescare e rilassarci.
La mattina era calda. Abbiamo preparato le canne da pesca, ma i pesci non abboccavano. Nessun abboccato in due ore. Tutti cominciavano già ad annoiarsi.
“Basta con questa pesca”, ha detto Pasha e ha tirato fuori un grande cocomero freddo.
Abbiamo tagliato l’anguria e l’abbiamo mangiata direttamente sulla riva. Sono rimaste solo le bucce spesse.
E allora Dima ha proposto:
“Facciamo una rete con queste bucce. Solo per divertirci!”.
Abbiamo riso, ma alla fine abbiamo legato le bucce con del filo da pesca. Ne è venuta fuori una strana “rete” verde.
Entrammo in acqua fino alle ginocchia, la tendemmo tra di noi e la tirammo lungo la riva. Nessuno si aspettava che funzionasse.
Ma all’improvviso… uno spruzzo! L’acqua ribollì e quando sollevammo la rete, all’interno c’era un grosso pesce. Si dimenava, ma Pasha lo coprì con il berretto e lo trattenne.
“Preso! ! — gridammo.
La sera la nonna cucinò il pesce sul fuoco. Ci sedemmo, mangiammo, ridemmo. Era tutto come nei migliori ricordi estivi.
Ma… poi accadde qualcosa di strano
Quando stavamo per andarcene, la nonna improvvisamente disse:
— Non lasciate qui la vostra rete per i cocomeri…
— Perché? — si stupì Artem.
Lei tacque per un attimo e poi aggiunse sottovoce:
— In quel lago si pesca solo una volta. E poi… lui si riprende tutto.
Ci guardammo l’un l’altro.
— Nonna, stai scherzando?
— Ridete pure, se volete. Ma chiedete agli anziani del villaggio dove è finito il pescatore Semyon. Anche lui una volta pescò un pesce in modo insolito… e da allora il lago non lo ha più perdonato.
Spense il fuoco, si alzò e disse:
«Va bene. Andate a dormire. E la rete… meglio bruciarla».
Da allora mangiamo l’anguria, ma non leghiamo più le bucce.
