Alexei stava tornando a casa dopo una giornata normale. Aveva la borsa a tracolla e pensava a cosa preparare per cena. Il sole stava già tramontando e nel cortile regnava un’atmosfera tranquilla, quasi sonnolenta.
Aveva già inserito la chiave nella serratura quando con la coda dell’occhio notò un movimento ai suoi piedi.
All’inizio pensò che fosse un ramo. Spesso, scuro, luccicante al sole. Ma poi il ramo si mosse.
Alexei si bloccò. Sul gradino più basso, contorcendosi lentamente e dolcemente, giaceva un enorme serpente.
I secondi sembravano un’eternità. Sentiva il cuore battere forte nel petto e la gola secca. Il serpente alzò la testa e i loro sguardi si incrociarono.
Non ricordava di aver fatto un passo indietro. Poi un altro. E un altro ancora.
Nella sua testa c’era solo un pensiero: «Come?! Qui?! In città?!».
Sapeva che lì vicino c’era un piccolo bosco. Ma che una creatura del genere si fosse avvicinata fino a casa sua… Non poteva essere.
E poi, dopo un paio di istanti, Alexei notò un dettaglio che gli fece venire i brividi lungo la schiena.
Il serpente aveva qualcosa di simile a un collare intorno al collo. Una striscia sottile e scura, simile a un vecchio elastico o a un cinturino.
Non era un serpente selvatico.
Chiamò i soccorsi senza distogliere lo sguardo. Mentre arrivavano, Alexei rimase immobile, osservando il serpente che strisciava pigramente verso la porta, come se sapesse dove stava andando.
Quando gli esperti arrivarono, non potevano credere ai loro occhi: era una specie rara, che non viveva in quella regione. Domestica, fuggita o liberata da qualcuno. Ma la cosa più strana era che sotto il collare avevano trovato una piccola medaglietta di metallo.
Su di essa era inciso:
“N. 7. A casa”.
Nessuno ha mai scoperto da dove venisse.
Ma da allora Alexei non è più riuscito a tornare a casa tranquillo: ogni sera si guardava indietro verso i gradini.
E a volte, soprattutto nelle serate tranquille e calde, gli sembra di sentire di nuovo un leggero fruscio vicino alla porta…
