Mark amava i mercatini delle pulci. Mentre la maggior parte delle persone cercava mobili o oggetti d’antiquariato, lui era alla ricerca di macchine fotografiche dimenticate. Amava il loro peso, le storie che racchiudevano e, a volte, se era fortunato, ne trovava una con la pellicola ancora all’interno.
Un sabato, vide una vecchia macchina fotografica nera da 35 mm su un tavolo polveroso. Era graffiata, la pelle si stava staccando, ma quando aprì il retro, il suo cuore fece un balzo. C’era ancora un rullino.
La comprò per cinque dollari.
Quella sera, Mark sviluppò con cura i negativi nella sua piccola camera oscura. All’inizio le immagini erano normali: foto sfocate di un parco, un picnic, un uomo in posa accanto a un’auto. Il tipo di istantanee che chiunque avrebbe potuto scattare decenni fa.
Ma a metà del rullino, le foto cambiarono.
Una mostrava una donna in un salotto, con un’espressione sorpresa, come se non si aspettasse di essere fotografata. Un’altra mostrava di nuovo la stessa donna, questa volta con un’espressione tesa, gli occhi fissi su qualcosa appena fuori dall’inquadratura.
Mark aggrottò la fronte, avvicinandosi alla luce rossa. Sullo sfondo, appena visibile, c’era un’ombra vicino alle tende.
Le ultime foto erano ancora peggiori.
La donna sembrava angosciata, la sua postura rigida, la sua espressione spaventata. In uno scatto, la fotocamera sembrava troppo vicina al suo viso, catturando il suo panico in modo molto dettagliato. E nell’angolo dell’inquadratura, Mark poteva vedere l’ombra del fotografo allungarsi sul muro.
Mark barcollò all’indietro, con lo stomaco contratto. Si aspettava nostalgia, non la prova di qualcosa di oscuro.
Chiamò la polizia, che prese sul serio le foto. Gli chiesero dove avesse comprato la macchina fotografica, interrogarono il venditore e iniziarono le indagini.
Qualche settimana dopo, un agente telefonò a Mark. Le loro voci erano gravi.
La donna nelle fotografie era stata identificata. Era scomparsa più di quarant’anni prima. Il suo caso non era mai stato risolto.
Le foto, dimenticate all’interno di una vecchia macchina fotografica, erano l’unica prova che fosse stata vista di nuovo.
Mark non tornò mai più in quel mercatino delle pulci. E per mesi, ogni volta che prendeva in mano la sua macchina fotografica, non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione che qualcuno, o qualcosa, fosse dietro l’obiettivo e lo osservasse.